domingo, 25 de enero de 2009

La Wunderkammer de Giampaolo di Cocco



La “Wunderkammer” di Giampaolo di Cocco a Palazzo Chianini-Vincenzi

"Dal 24 gennaio al 21 febbraio, organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Arezzo e curata da Matilde Puleo, a Palazzo Chianini-Vincenzi di Via Cesalpino 15 si terrà la prima mostra del 2009 frutto della collaborazione fra l’amministrazione comunale e il centro d’arte contemporanea Mega+Mega: una personale dell’artista Giampaolo di Cocco dal titolo “Wunderkammer”.
Inaugurazione sabato 24 gennaio alle 18. “Un modo per riprendere un percorso dopo una pausa di due mesi - ha dichiarato l’assessore alla cultura del Comune di Arezzo Camillo Brezzi - restituire all’arte uno spazio importante della città e chiudere idealmente il 2008 anche se siamo già nel 2009, un anno nel quale proporremo assieme a Mega+Mega un nuovo progetto di valorizzazione di forme artistiche sperimentali”.
Ospite, questa volta, l’architetto fiorentino Giampaolo di Cocco, conosciuto e apprezzato sia in Italia che all’estero: Colonia e New York sono attualmente i due centri dove l’artista sta realizzando importanti progetti espositivi. Nel corso della sua carriera ha inoltre lavorato con Pierre Restany, Lara Vinca Masini, Giorgio di Genova, Gillo Dorfles, Bruno Corà, Omar Calabrese.
“Wunderkammer - sottolinea Matilde Puleo - è un appuntamento con un protagonista dell’arte contemporanea che presenta opere di grande efficacia e forte impatto visivo. Sono ambientazioni di grandi dimensioni, relitti e reperti del quotidiano, esperimenti particolari. Si va dai grandi animali narranti, alla serie dal titolo ‘Cineplatonica’, la ricostruzione fantastica dell’antico mito della caverna, alle mirabolanti situazioni di equilibrio instabile determinate dagli oggetti d’uso abituale: produzioni di periodi diversi di cui viene offerta una lettura unitaria e coerente. In questo complesso narrativo dal carattere metaforico, tema protagonista è la morte: se la ‘Wunderkammer’, tradizionalmente intesa come ‘camera delle meraviglie’, fin dai suoi esordi secenteschi era un modo per esprimere positività nei confronti dell’insolito, la sintesi fra movimento, forma e sonoro di Giampaolo di Cocco è rappresentata dagli ultimi rantoli di animali in procinto di spirare”.
“Ma non è tanto una morte che genera terrore o vissuta in maniera scaramantica – ha concluso l’artista – è una morte che recupera il suo significato di termine ultimo del nostro destino. Siamo circondati da una cultura ‘del primo della classe’ che trovo sbagliata mentre se riuscissimo a soffermarci di più sulla contemplazione della morte, alla maniera di D’Annunzio che la definiva ‘gaia’, faremmo dei grandi progressi in direzione della vera conoscenza che non è certo quella propagandata dallo sport e tanto meno dal cristianesimo”.

MERCOLEDì 21 GENNAIO 2009 13:06 - Comune di Arezzo Servizio Comunicazione
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